Famiglia Fantasma

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Questo è il mio presepe... la mia famiglia è sacra. E se Gesù Bambino nascesse veramente, sceglierebbe di gran lunga la mia famiglia a quella di Casini, Fini, Berlusconi, Veltroni...

Il Natale si avvicina. E io ho fatto il mio presepe con due San Giuseppi.

Premessa fondamentale: sono ateo, orgogliosamente ateo. Non dimentico certo che un tempo ero credente, sinceramente credente. Per me ha senso ricordare quello che il presepe significava per me, perché fa parte della mia storia e della mia identità (almeno in prospettiva evolutiva).

Questo presepe non è nostalgia, e assolutamente non è voglia di provocare: forse è solo voglia di ridare al mio passato un po’ di coerenza e senso di giustizia.

Fatto sta, sin da bambino ho fatto il presepe a casa, in mille modi, con mille sceneggiature e coreografie. E sempre c’era la “sacra famiglia” che ora è totalmente inadeguata alla mia casa e alla mia famiglia. Se il presepe è una rappresentazione – possibilmente “teatrale” e simbolica – di Gesù che nasce tra gli uomini, io rappresento questa nascita come si addice alla mia vita e alla mia famiglia. E non come si addice alla vita della maggioranza delle persone.

Se fosse vero quello che dice il catechismo, tra un mese Gesù nascerà tra me e Riccardo, che al Papa piaccia o no.
E allora, per celebrare questo evento miracoloso, qualche anno fa, ho deciso di acquistare al supermercato, due statuine di San Giuseppe, lasciando una madonna in eccesso, per qualche  eventuale lesbica ispirata quanto me.
Perché così, se Gesù verrà, riconoscerà più facilmente me e la mia famiglia.

Questo è il vero Natale per un omosessuale credente. Questo un vero presepe gay. Non come quello che i radicali hanno inscenato lo scorso anno: come si fa a dire che un presepe è gay solo perché ci sono dei pupazzetti che inneggiano ai PACS (ma chi li vuole questi PACS! Noi vogliamo il matrimonio).
Il vero presepe gay è quello in cui i protagonisti sono gay, e Gesù si fa accogliere da loro.
Questo, d’altronde, non è provocazione, ma il senso di una religione che educa al rispetto e all’amore.

E allora: regalatevi un presepe gay, e regalatelo ai vostri cari. Compratevi due Giuseppi, o, se siete donne, due Marie.

Regalatelo anche alle associazioni insieme alle quali combattete: Arcigay e tutte le sedi provinciali, Mario Mieli, DiGay Project: tutti dovrebbero avere un vero presepe gay e un vero presepe lesbico.
Mettiamolo in bella mostra, facciamolo vedere al nostro pubblico. Perché non abbiamo niente da nascondere, nemmeno davanti a Dio, tantomeno davanti a Gesù Bambino.

E se intanto volete mettere questo presepe nel vostro blog… copiate l’immagine.

AMEN

Abbiamo già visto alcune delle motivazioni con cui la Corte Suprema dello stato di New York ha in passato negato il matrimonio omosessuale (sancendo l’inefficacia della via giurisdizionale).
Tengo a precisare: sono un convinto sostenitore della via giurisdizionale per ottenere i giusti diritti in Italia. E ho portato molti esempi di come questa strada sia stata proficua in altre nazioni (ad esempio il Canada, o il Massachussets). A breve si avrà il pronunciamento della corte suprema della California sempre su questo tema.

Perciò vale la pena analizzare i casi in cui questa strada ha fallito, perché garanzie al 100% non ve ne sono in nessun caso e per questo è bene aprire bene gli occhi.
Una cosa che mi ha sempre colpito è che nello stato di New York gli omosessuali possono adottare da decenni, perché l’adozione è permessa ai single. In tali condizioni la negazione del diritto al matrimonio sembra un grave controsenso… ma leggete qua.

Praticamente il ragionamento dei giudici è il seguente:

1) gli omosessuali possono avere i figlio solo volontariamente.
2)
quindi si presume che la stabilità del nucleo famigliare omosessuale con figli è assicurata o quanto meno molto forte.
3) un legame famigliare già stabile di per sé non deve essere necessariamente tutelato dalla legge.

Il legislatore, insomma, non sente questa necessità perché il bambino ha già tutte le tutele del caso nella situazione di fatto.
Questo invece non è la regola per un bambino con genitori di sesso diverso. Infatti gli eterosessuali possono procreare in modo non volontario e per questo al bambino è necessario una tutela legale che renda il legame famigliare dei genitori più stabile possibile. Altrimenti si avrebbero troppi figli con famiglie sfasciate.

I punti deboli di una simile tesi sono infiniti. Prima di tutto, più che tra coppie omo e etero bisognerebbe distinguere tra coppie sterili e non. E la Corte Costituzionale dovrebbe dire che le coppie sterili, non potendo procreare involontariamente, non hanno bisogno di tutele matrimoniali per assicurare il massimo bene dei figli. Ma questo concetto è alquanto medievale. E’ una forma mascherata del concetto che il matrimonio ha lo scopo riproduttivo.

Inoltre, sembra essere una tesi incentrata sul diritto del bambino a crescere nel migliore dei modi. Ma allora perché non riconosce tutti i risultati scientifici che dicono che i bambini ricevono un innegabile vantaggio dall’avere entrambi i genitori riconosciuti dalla legge invece che uno solo?

Questa una traduzione del testo che trovate qui in versione originale. Un ringraziamento a Marco Papi per il suo lavoro.
[I]l legislatore può razionalmente decidere che, per il bene dei bambini, è più importante promuovere stabilità, e scoraggiare l’instabilità, nelle coppie di sesso opposto rispetto a quanto lo sarebbe in coppie dello stesso sesso.
I rapporti sessuali eterosessuali hanno una naturale tendenza alla nascita di bambini; i rapporti sessuali omosessuali no. Nonostante il progresso scientifico rimane vero che la gran parte dei bambini nasce da relazioni sessuali tra un uomo e una donna, e il legislatore può ritenere che questa situazione debba continuare. Il legislatore può altresì osservare che le relazioni di coppia siano troppo spesso basate sulla casualità o sulla temporaneità e che un’importante funzione del matrimonio sia creare più stabilità nelle relazioni che portano alla nascita di bambini, concludendo che sia il caso di offrire un incentivo –nella forma del matrimonio e dei vantaggi che esso comporta- alle coppie di sesso opposto che vogliano impegnarsi a costituire una vita comune.
Il legislatore può ritenere che queste considerazioni abbiano valore più che altro nel caso di coppie di sesso opposto, e non tanto nel caso di coppie dello stesso sesso: le coppie dello stesso sesso possono avere figli tramite adozione, inseminazione artificiale o altre prodigiose tecniche, ma non accidentalmente o in conseguenza a atto sessuale; di conseguenza può pensare che le relazioni instabili tra persone di sesso opposto costituiscano un più grave pericolo per i bambini rispetto alle relazioni instabili tra persone dello stesso sesso e perciò che promuovere la stabilità nelle coppie di sesso diverso aiuterà i bambini maggiormente.
Questa è una ragione per cui il legislatore può razionalmente offrire i vantaggi del matrimonio alle sole coppie di sesso opposto.

Franco e affrancato.
Schietto
Onesto
Chiaro
Sincero
Genuino
La pubblicità di un whisky? No. L’unico modo sostenibile di essere omosessuale.
The importance of being Earnest” diceva una volta Oscar Wilde, in un romanzo il cui titolo richiamava assonanze con l’uranismo.

Oggi io dico che “E’ importante essere Franco”. Francamente gay. Schiettamente e con serenità.

L’orgoglio, o la fierezza gay, è un sentimento importante. Tuttavia in una società non omofoba non avrebbe senso. Rispecchiarsi in una identità focalizzata sulla fierezza, rischia di renderci subalterni ad un “nemico” omofobo, anche interiorizzato. Il rischio è quello di avere bisogno di un nemico, anche quando non c’è.

L’orgoglio e la fierezza non sono sentimenti e atteggiamenti di tutti i giorni. Vanno tirati fuori al momento e nel contesto opportuno, e in Italia ce n’è bisogno più che mai. Tuttavia è fondamentale capire che orgoglio e fierezza sono funzionali ad una situazione, ma non possono costituire una “identità” collettiva. Un omosessuale non è più orgoglioso di un etero.

La franchezza, invece, è un sentimento e un atteggiamento di base, che può costituire l’identità di un gruppo di persone. Si può essere franchi in ogni situazione della vita.

La franchezza è la visibilità sostenibile. Ed efficace. Non eccessiva, non provocatoria, ma silenziosa e per questo  indomabile, ineccepibile.

Ciao sono Franco, cittadino omosessuale. E tu come ti chiami?

Sto provando a stilare una bozza di decalogo per cambiare i paradigmi della lotta omofobica. Non è un lavoro facile, e poi non ne ho le competenze.

Per questo vi chiedo di aiutarmi, con i vostri contributi per renderlo efficace, coerente e privo di eccessi o revisionismi.

1) COLLABORAZIONE CON LE ISTITUZIONI – Per fare passi avanti nella comunità civile dobbiamo abbandonare la paura delle istituzioni. Chi ha paura non si mette in gioco!
Viva la polizia, viva i Carabinieri, viva il Giudice di Pace.
Andiamo nelle caserme e parliamo con loro. Facciamoci conoscere.

2) RISPETTO PER I NUOVI INTERLOCUTORI POLITICI – Per fare passi avanti dobbiamo riconoscere la dignità dei nostri interlocutori. Quella dignità che noi chiediamo proprio a loro. Per provare la nostra dignità noi non abbiamo bisogno di accusare nessuno, né di screditarlo, né di addossargli colpe non dimostrabili.

3) NON RIVENDICAZIONI MA IMPEGNI CIVILI – La rivendicazione intesa come protesta, come lamentela, o “pretesa” che qualcosa ci debba essere concesso non è vincente. Neri, donne, poveri: si sono tutti conquistati l’uguaglianza battendosi. Noi non ci possiamo esimere da questa “legge naturale” della democrazia. Ci sono sempre stati prezzi da pagare: mettiamoli in conto

4) DENUNCE SOCIALMENTE SOSTENIBILI – Facciamo denunce socialmente e psicologicamente sostenibili. La gente sa come evitare di essere ammorbata da denunce angoscianti, lamentele e attacchi polemici. Gli accenni al fascismo forzano la lettura delle nostre istanze in una ottica ideologica detrimente.

5) SE SIAMO DISPERATI, TACIAMO – Cercare consensi gongolandosi nella sindorme di onni-impotenza è un peccato mortale. Diffondere l’idea deprimente e falsa che “in Italia è impossibile” o che occorra “aspettare”, o che è colpa del Papa non serve a nulla. Se non abbiamo carattere, vero orgoglio, e non crediamo nei nostri obiettivi, è meglio che ci facciamo da parte. Per il bene di tutti.

6) L’OMOFOBIA NON E’ UN PROBLEMA DEI GAY – L’omofobia è un problema della maggioranza degli Italiani, non della minoranza omosessuale. Aiutiamo la cittadinanza italiana a prendere atto di questa realtà limitante e a farsene carico.
L’omofobia è un problema degli omofobi: questo è il messaggio da lanciare.
Se non saranno loro a guarire dall’omofobia (compresa quella interiorizzata) l’omofobia resterà sempre.

7) IL PROBLEMA DEI GAY E’ LA SEGREGAZIONE o APARTHEID – Il razzismo e la violenza scelgono preferiscono sempre più di esprimersi attraverso l’omofobia. Le conseguenze per noi sono segregazione, discriminazione. Gli effetti dell’omofobia sulle nostre vite: questo va denunciato. L’obiettivo delle nostre denunce deve essere uno solo: fare in modo che l’omofobia altrui non condizioni nè peggiori la nostra vita.

8) L’OMOFOBIA E’ UNA MALATTIA – L’omofobia è una malattia, che però non va curata a tutti i costi. Il clima omofobico diffuso ha un costo sociale. Chi è omofobo, resti pure tale: a spese dello Stato.

9) I DIRITTI NON SI IMPORTANO DALL’ESTERO – L’uguaglianza dei diritti non si importa dall’Unione Europea. Così come la democrazia non si esporta dall’America all’IRAQ. Noi italiani dobbiamo percorrere la nostra strada.

10) UNICO PUNTO FERMO: UGUAGLIANZA DEI DIRITTI – Mediare è stato un fallimento in passato. Lo sarà anche adesso.

Spero di ricevere tanti commenti che mi aiutino a stilare un decalogo che rappresenti veramente le idee di tanti che vogliono cambiare le abitudini di denunciare una omofobia in modo inefficace.

In Italia chi afferma il diritto al matrmionio è quasi una mosca bianca. Ancora meno sono quelli che non hanno peli sulla lingua a parlare di adozioni da parte di coppie dello stesso sesso. Paradossalmente le coppie omosessuali con figli sono le prime a non parlare di adozione, per timore di ricevere ritorsioni da servizi sociali…

Tante persone prive di senno e manipolatorie affermano: nessun riconoscimento agli omosessuali, perché è il modo per arrivare alle adozioni.

Guardate piuttosto cosa è accaduto in Australia (fonte: gayaweb). Un continente fino allo scorso anno totalmente contrario agli omosessuali. I vari organi istituzionali locali hanno dato vita a innumerevoli norme omofobiche in questi anni, e anche l’ambasciata era istruita a mettere i bastoni tra le ruote (burocraticamente parlando) agli Australiani che avessero contratto unioni omosessuali all’estero.

Ora l’Australia sta cambiando rotta. E non lo fa a partire dai matrimoni. Lo fa a partire dalle coppie lesbiche con figli. Il governo australiano, provenendo da un passato così omofobico, sceglie la via della prudenza e va con i piedi di piombo. E’ una scelta, non so quanto dettata da reali necessità.

Ma fatto sta che il primo passo è chiaro: partire dai diritti dei bambini. La prima discriminazione va tolta nei loro confronti. E’ dalle famiglie omosessuali con figli che parte l’inclusione, l’accettazione, la redenzione di una società razzista.

Il governatore ha affermato: “Cominciamo così, per ora. E vediamo come reagisce la popolazione” in vista di future concessioni di tipo matrimoniale alle coppie omosessuali.

Morale della favola: se c’è una cosa che ha senso, è iniziare proprio dal diritto dei bambini a non essere discriminati. E il diritto all’adozione non sia un tabù irrazionale, ma una sede di confronto serio e informato.

L’omofobia diminuisce le prestazioni sessualiSe sei omofobo, rischi l’impotenza.

Se odi chi non ti fa nulla di male, le donne si chiederanno perché hai sempre in mente solo i gay. C’è forse sotto qualcosa di poco chiaro? Perché ti fai il sangue amaro per nulla, quando potresti divertirci e fare tanti bambini con giovani puledre vogliose?

Forse è vero: un omofobo, in fondo, è un omosessuale represso. Le donne lo sanno. Magari non te lo dicono, ma lo sanno bene.

Più sei omofobo, più occasioni perdi di essere uomo. Virile.

D’altronde è matematico: più ti accanisci contro i gay, meno pensi alla passera e meno trombi. Alla fine la qualità dei tuoi spermatozoi diminuisce, e diventi sterile. poi dite alle coppie omosessuali che sono sterili….

E sinceramente, tante notizie di omofobia fanno passare la voglia di trombare anche a noi, perché ci abbassano il morale.

E allora, sai che ti dico? Perché non la smetti e ci divertiamo tutti quanti, in santa pace, ognuno come gli va? Se ti serve un preservativo, te lo presto io.

Su una cosa siamo d’accordo: vale a pena godersi la vita, senza tante menate.

Come dici? Vuoi una sigaretta?

Va bene, allora questa sigaretta, che è l’ultima, la passo a te.

Te la accendi tu, e la dedichiamo alla nostra salute.

L’omofobia crea un’elevata dipendenza. Non iniziare.L’omofobia crea dipendenza. Quando inizi, l’insicurezza inizia ad attanagliarti il cuore. Appena fai entrare l’omofobia nella tua coscienza, essa inizierà a divorare la tua serenità, la confidenza in te stesso. Avrai paura. E più paura avrai, più sentirai l’esigenza di altra omofobia da fare entrare.

E vedrai una stella polare, un riferimento, un’ancora di salvezza proprio chi è più omofobo di te.

L’omofobia causa una forte assuefazione. Quando inizi ad essere omofobo, poi hai bisogno di sempre più odio e violenza per sentirti a posto. Finché la tua vita ne sarà distrutta.

Se il tuo Papa ti invita ad essere omofobo, tu non essere sciocco. Non iniziare.

Questa sigaretta la dedico ai giovani dei movimenti ecclesiali. Coltivate pure la vostra fede, ma non cadete nella trappola di trasformare la vostra fede in uno strumento di razzismo sociale. Spesso la fede in Dio è legata ad una vigorosa sensazione di potere nella società. Ma vi auguro di non diventare mai come quelli che conquistano il loro potere sulle spalle della libertà e della dignità altrui.

E l’ultimo tiro è per quei giovani omosessuali che fanno parte dei movimenti ecclesiali: non rinnegate voi stessi. Se lo farete, Gesù (se esiste) vi rinnegherà. La Dottrina Sociale della Chiesa non vale più della sua Parola. Ma soprattutto non vale più della vostra coscienza, della vostra integrità. Siete belli e dignitosi così come siete. Accettatevi e fatevi accetare.

Proteggi i bambini - Non fare loro respirare la tua omofobiaEssere omofobi ha un elevatissimo costo sociale. Chi è omofobo e ha dei figli, carica sulle spalle di tutta la società un pesantissimo fardello. Il fardello di nuove generazioni cieche, cresciute ed educate fuori dalla realtà, in una campana di vetro che li renderà incapaci di convivere con chi non corrisponde all “favole” eterosessiste che gli sono state raccontate.

Nuove generazioni incapaci di interagire in modo agile ed efficace con la realtà. Nuove generazioni disadattate sociali: che non capiscono, che non accettano, che non sono sereni.

Se sei omofobo puoi smettere. E se non vuoi farlo per te, fallo per i tuoi bambini. Il tuo futuro. Il futuro della nostra italia. una italia anche gay. Una italia dove gli omosessuali si amano, fanno famiglie, a volte hanno anche figli.

Questa sigaretta la dedico ai bambini di famiglie omosessuali. Questi bambini in Italia non hanno risonocimenti, non hanno diritti, possono essere abbandonati dal genitore non genetico, possono essere bullizzati e maltrattati da coetanei e dalle famiglie benpensanti.

Andiamo avanti. Lasciamoci l’omofobia alle spalle.

Se sei omofobo, il tuo medico può aiutarti a smettere.Se sei omofobo e sei circondato da persone che ti vogliono bene, probabilmente ti hanno già proposto di smettere.

Se vuoi smettere, puoi farti aiutare da un bravo psicologo. Perché a volte, da soli, non se ne esce. E purtroppo, di cerotti anti omofobia, non ne hanno ancora inventati.

Sembra paradossale: tante persone omofobe dovrebbero curarsi, e invece ritengono che siano gli omosessuali a doversi curare. Ma guarda caso, chi cura gli omosessuali lo fa più o meno di nascosto, o dissimula le proprie attività perché sono contro il codice deontologico.

Ogni anno in Italia si perpetuano nel silenzio tragedie dell’ignoranza. Genitori convinti che i figli siano da curare.
Figli incapaci o impossibilitati a reagire.
Uomini e donne che si odiano e non si accettano perché omosessuali.
Altri uomini e altre donne che odiano una “cultura gay” demonizzata.
Dottori che giocano ad armi impari e che plagiano sulla buona fede di adulti e adolescenti per un tornaconto economico o di gloria.

Questa sigaretta è dedicata a tutti quei giovani ragazzi che confidano la loro omosessualità ai genitori, e ricevono in cambio intolleranza, disprezzo, vessazioni psicologiche e infine torture.

Questa gioventù tradita e sola.

La sigaretta di oggi la dedico a voi.

Se tua mamma è omofoba, dille di smettere.Probabilmente morirò rimanendo con un grande dilemma irrisolto: come è possibile che ci siano così tante mamme indifferenti o addirittura ostili ai loro figli omosessuali? Come è possibile che così tante mamme siano compiacenti o colluse o omertose con una società tanto razzista?

Chi o cosa ha il potere di plagiarle così? Cosa è più forte dell’amore verso i propri figli che si è cresciuti in grembo?
Forse è la paura: ma di cosa può avere aura una donna che ha partorito il figlio che ama.
Forse è la religione: ma allora è proprio vero che la religione non ha nulla a che fare con l’amore.
Forse sono le convenzioni sociali: donne che si sono sposate per forza, e che hanno sgravato per forza come giuvenche. E che ora, con questo figlio gay che gli è capitato, non sanno cosa farsene.
Forse la tendenza a conformarsi è più atavica della tendenza ad amare i propri figli.

Forse.

Fatto sta, che io sogno un esercito di mamme coraggio che venga a salvarci. E allora, se tua madre è omofoba, dille di smettere. Dille che può iniziare ad amarti sin da subito. E che ti aspetti che combatta al tuo fianco e che sia per te un esempio di coraggio.

La sigaretta di oggi, è dedicata a tutte le mamme.
E a tutti i genitori dell’AGEDO, papà compresi.