Famiglia Fantasma

Una canzone Zen

Posted on: novembre 6, 2010

C’è un modo molto occidentale per capire cosa è lo Zen.

Ascolta la canzone “Ci vuole un fiore”. Ieri cercavo di abbandonare quell’approccio nostalgico, quel sentimento di una infanzia lontana… e mi ci sono buttato. E affrontavo quelle strofe insignificanti con tutto me stesso, ne scavalcavo gli apparenti paradossi come se le gambe del mio pensiero potessero con facilità attraversare gli oceani con un solo passo.  Come, appunto, se quelle strofe fossero un koan. Perché, in realtà, lo sono.

E così, come se fosse normale, osservavo ogni cosa nascere da un fiore. E non me ne stupivo, non dicevo “ehi, un attimo, ma questo è impossibile”. Ma mi buttavo in questa visione, semplicemente abbandonando ogni pensiero. E alla fine ho afferrato quel fiore, era lì, ed ho capito cosa fosse. E non vi dico cosa fosse, perché per ciascuno di noi, alla fine, quel fiore è qualcosa di diverso.

Ieri mi è capitato di fare questa “meditazione zen” mentre tornavo a casa dopo una giornata di lavoro, l’allenamento di sincro in piscina e un viaggio da pendolare in treno passato a lavorare al PC per i diritti civili. Non certo un momento ottimale, direbbe uno, per fare meditazione. Eppure, è stata la migliore che abbia mai fatto in vita mia.

Ok, lo ammetto. In realtà non ne ho fatte tante in vita mia, perché non sono buddista. Però lo Zen mi piace e ogni tanto ci ho provato a mettermi in calma tranquillo a meditare (come facevo un tempo). E a volte è stato proprio forte! Ma ieri è stata la meditazione Zen più potente che abbia mai sperimentato.
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