Famiglia Fantasma

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Sul sito ufficiale della Casa Bianca ci sono cose forti per i diritti civili degli omosessuali. Occhio: non si tratta di pormesse elettorali, ma di programmi del presidente.

1) I cirmini d’odio saranno ampliati

2) La discriminazione sul posto di lavoro sarà combattuta

3) Unioni civili del tutto equivalenti al matrmionio avranno validità federale. Il “Defense of Marriage Act” sarà eliminato.

4) Obama si opporrà al bando costituzionale degli omosessuali al matrmionio vero e proprio

5) Eliminazione del “Don’t ask don’t tell” nelle armi americane

6) Aumentare i diritti di adozioneestendendolo a single e coppie omosessuali

7) Prevenzione dell’AIDS, in particolare per le donne

Grazie Obama.Chissà cosa starà già facendo la Chiesa per opporsi a tutto questo. O per minimizzarne l’effetto in Italia. Di certoo, si stanno rodendo il fegato. Ben gli sta. La pappa pronta di mr. Bush non c’è più. Ora, se vorranno infliggere ingiustizie agli omosessuali, dovranno quanto meno faticare, questi vescovi.

L’Europride 2009 si terrà a Zurigo, Svizzera.

Su un post di Illuminismo/lorenzo si faceva notare che il sito del prossimo europride (ZURIGO) è in molte lingue ma non in Italiano (pur essendo lingua ufficiale di un cantone svizzero).

Milano è vicina alla svizzera e si può proporre come “crocevia” almeno a livello informativo.
Un Europride così vicino, potrebbe non passare inosservato come tutti gli altri: vale la pena informare per tempo la comunità GLBT italiana per farla affezionare all’evento.

In che modo iniziare?
Nei confronti dell’Europride, proponendoci come traduttori.
Ecco quindi che in queste pagine troverete tutte le infromazioni ufficiali chel’Europride vorrà chiederci di tradurre.

Ringrazio Marco Papai che ha offerto il suo prezioso aiuto per la prima traduzione. Altri che vogliono farsi avanti, sono benvenuti. E chissà che da Milano, Torino e Verona non partiranno tanti pullmann per questo evento del prossimo luglio?

PRIMA TRADUZIONE: Informazioni generali sull’europride.

archiviazione-denuncia-vicesindaco-traviso-gentilini001Quella che vedete è la notifica di archiviazione decisa dal PM di Treviso Antonio de Lorenzi, che mi  è stata notificata dal tribunale di Monza dopo la mia denuncia effettuata presso i Carabinieri di Milano.

Ora, mi chiedo, come si fa ad avere fiducia nelle istituzioni? Mah… forse me lo spiegherà il Presidente della Repubblica Italiana, a capo della Magistratura.

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Spettabile Presidente,
tempo fa mi recai alla stazione dei carabinieri di viale monza, Milano, per denunciare personalmente il vicesindaco di Treviso, Gentilini, che pubblicamente si augurò e giustificò la pulizia etnica nei confronti delle persone omosessuali. Precisamente disse: “Darò subito disposizioni alla mia comandante affinché faccia pulizia etnica dei culattoni”.
Ieri ho ricevuto dal Tribunale di Monza la notizia di archiviazione.

Da ieri, sign. Giorgio Napolitano, vivo con l’idea di essere trasparente e inutile per questa Italia  che mi manderebbe alla pulizia etnica senza che nessuna istituzione muovi un dito.
E qui non c’entrano niente i ben famosi “toni alti” della lega. Poco importa che Propserini, dall’alto della Regione Lombardia, si sia augurato di farci morire tutti con la garrota (strumento di morte e di tortura).
Pensi che onorevoli come Paola Binetti, o Giulio Andreotti, ci dipingono esplicitamente e impunemente come pedofili (quanto pericolo in questa greve ignoranza!)

Il discorso è sulle istituzioni, le Vostre istituzioni: esse ritengono corretto e impunibile che gay e lesbiche vengano presi di mira, come esempi di persone da uccidere in massa. Lei ha studiato storia, e sa benissimo cosa questo comporta. Che senso ha ricordare il nazismo del passato nelle giornate della memoria se poi fate finta di non vedere il protonazismo che sta davanti ai vostri occhi e sotto il vostro naso, nelle vostre stanze?
Sembra che la democrazia italiana sia intossicata da un muto, barbaro passaprola: nei confronti di gay e lesbiche si può rimanere inermi, qualunque cosa accada.

Dopo questa archiviazione, sono costretto a constatare sulla mia pelle il grado di inciviltà del paese del quale è Presidente. Purtroppo non posso esserne orgoglioso come vorrei.

Cordiali saluti.

Gian Mario Felicetti

Come sapete oltre a scrivere sul blog e ad aver partecipato alla fondazione di Certi Diritti, uno dei miei interessi principali è lo sport. Infatti quasi due anni fa ho ideato e fondato SyncDifferent, la prima e per il momento unica squadra di nuoto maschile in Italia.

Prima di tutto voglio farvi vedere le nostre esibizioni: eccole a questo link.

Inoltre, ci tengo a farvi sapere che domani ci incontreremo niente poco di meno che con il Presidente della Camera Gian Franco Fini grazie ad una bellissima iniziativa di Anna Paola Concia. Essere presente lì come SyncDifferent, come Gruppo Pesce, come persona omosessuale (e discriminata) ma soprattutto come cittadino sarà una occasione unica che non sprecherò.

E ovviamente andrò lì anche come scrittore: darò a Fini una copia del mio libro, e la consegenerò a lui non da parte mia, come autore, ma da parte di mio padre, correttore delle mie bozze e aiuto fondamentale nelle successive riletture delle tre stesure che ho compiuto prima di pubblicarlo.

Servirà? Non servirà? Non so. Ma se ho rotto l’anima a tutti per il fatto di avere fiducia nelle istituzioni, mi sforzerò tanto, ma cercherò di averne anche domani…

VI FARO’ SAPERE!!!!

Impronte digitali ai cittaini omosessuali - ecco la prova.

Gay si nasce o si diventa? Polemiche stupide e meno stupide non sono mancate a riguardo.

Di certo la domanda non ha risposta: ma nel dubbio Calderoli ha ben pensato di prendere le impronte digitali non solo ai bambini rom, ma anche a quelli omosessuali.

La prova? Questa immagine rubata dal suo ministero.

D’altronde, la carfagna non ci vuole nel prossimo censimento. Però una schedatura anche a noi non ce la leva nessuno….

Per fortuna qualcuno cerca di fare qualcosa per bloccare certe idee prima sul nascere. Non che calderoli sia un orco che voglia mettere ai forni i bambini rom. Ma chi amministra una democrazia deve saper valutare i rischi a cui la pone tra soldati, immunità, impunità, schedature arbitrarie e quanto altro. Non siamo un popolo con lo stesso  senso democratico e civico dell’america. Figuriamoci se possiamo fare peggio di quanto già non fanno loro agli aereoporti…

DNAStudi decennali sulle popolazioni mondiali hanno dati dei risultati che possono essere interpretati con un modello matematico molto semplice: laddove le donne sono troppo fertili, si rischia che facendo troppi figli, mettano a rischio la differenziazione genetica di una popolazione. E così la natura (conscapevole più del papa del valore sociale dei gay) ha preferito far sopravvivere mamme fertili che sfornano figli maschi gay piuttosto che – ad esempio – farle ammalare di qualche strana malattia dopo il terzo parto. Insomma, la genetica dice a chiare lettere: meglio un figlio gay che niente.

Per chi teme l’eugenetica anti gay sembra una buona notizia: infatti, a voler essere proprio eugenetici, per eliminare la popolazione gay occorre mortificare la fertilità delle donne troppo fertili. Il che è già una cosa molto più difficile da fare che non bruciare al rogo degli uomini che vogliono amare altri uomini.

Però, andando a fondo, anche questo studio può avere degli effetti collaterali poco graditi: infatti, l’eugenetica vieterebbe ai gay di fare figli con il proprio DNA.

Infatti, se una persona gay procreasse un figlio, andrebbe contro la “decisione” dei geni di fermare la diffusione di quel patrimonio genetico.

Non solo! Cosa ancor peggiore, si aumenterebbe la probabilità che, alla seconda generazione, nascano maschi gay… infatti, quanto più un patriomonio genetico indesiderato (perché troppo fertile, ndr) si replica ed è a rischio riproduzione, tanto più la selezione naturale tenderà a generare nuovi esseri umani gay.

Ed infine: secondo questa logica, se la decisione dei geni sarà efficace, nel lunghissimo periodo non dovrebbero più esistere maschi omosessuali. E qui interverrebbe la Carfagna: “Non solo costituzioinalmente sterili, ma votati all’estinzione”. Almeno per quanto è scritto nel patrimonio genetico.

Ma i problemi non sono solo per i gay. Una simile teoria alimenta il maschilismo più sessuomane: la colpa dei figli gay è nelle mamme troppo fertili. Quindi sarebbe eugenetico che i veri maschi vadano a ingravidare il maggior numero di donne.
E poi, non sia mai che qualcuno, con la scusa di odiare i gay, adesso non decida di programmare in modo crudele la fertilità femminile… come del resto già accade con la crudelissima legge sulla fecondazione assistita.

E adesso vaglielo a spiegare al papa che con la sua visione della famiglia aumenta la probabilità di avere figli gay. Mentre invece, aiutando le donne meno fertili a procreare con la fecondazione assistita, la probabilità di avere un popolo di dio gay diminuisce.

Queste, comunque, sono solo alcune delle assurdità a cui si va incontro se si ragiona troppo sulle cause dell’omosesssualità. Avessi mai visto in vita mia un solo eterosessuale che si sia chiesto perché gli piacciono le persone del sesso opposto!

Ho avuto la fortuna di incontrare l’avvocato Mario di Carlo attraverso la Rete Lenford e Certi Diritti.
Proprio da lui sono venuto a conoscenza che la prima coppia italiana in assoluto che ha richiesto la pubblicazione degli atti risale addirittura al lontano 1980: il tribunale di Roma si sia espresso sull’impugnamento di due uomini che si erano visti rifiutata la loro richiesta di pubblicazione degli atti. Trattasi di Doriano Galli e Mario Marra.

In questo allegato trovate la sentenza del tribunale di Roma, e, nel campo delle note, una interessante analisi della dottrina.
E’ molto interessante verificare con i propri occhi i termini della richiesta fatta dai due uomini, e la risposta del tribunale di Roma, che verte quasi unicamente sulla etimologia del termine matrimonio, senza affrontare minimamente le questioni dei diritti fondamentali.

I tempi sono senza dubbio cambiati. Tentare la via giudiziaria e portare avanti tante pubblicazioni degli atti in massa e con una organizzazione strategica oggi ha senso. Per questo torno a ripetervi che CertiDiritti, con la collabrazione della Rete Lenford è alla ricerca di coppie omosessuali che desiderano
1) richiedere la pubblicazione degli atti
2) oppure trascrivere in Italia la loro unione avvenuta al’l’estero,
e impugnare il rifiuto dell’ufficiale dello stato civile affiancati da avvocati già navigati in materia.

CertiDiritti - Campagna di Affermazione CivileE’ passato un anno dalla pubblicazione del libro “La Famiglia Fantasma”, scritto di getto e per passione. Finito di scrivere il libro era nata in me una consapevolezza: l’obiettivo di sposarmi entro 5 anni era verosimile. E ho iniziato a perseguirlo, con volitività e realismo.

Dopo un anno, è nata una associazione di avvocati, la Rete Lenford, con la quale collaboro come posso.

E ho partecipato alla fondazione dell’Associazione Radicale Certi Diritti. La nostra prima iniziativa: organizzare pubblicazioni degli atti in tutta italia.Pubblicazioni degli atti richieste lo stesso giorno, in tutto il territorio. A ridosso del Pride.

Per me è un po’ come un sogno che si avvera: un anno fa mi sembrava una proposta isolata, un po’ utopistica. Invece ho scoperto che sotto il silenzio c’è una brace viva, di coppie che vogliono veramente sposarsi e di persone che sono disposte a fare qualcosa, di molto semplice, in prima persona per esercitare i propri diritti.

Tutto questo è incredibilmente bello, per me. E anche se il mio uomo non vuole partecipare… non significa nulla. L’amore viene prima di tutto. E l’impegno civile può essere efficace solo se è in armonia con la forza propulsiva di questo impegno.

Quanto a voi: volete sposarvi? Esiste un modo molto semplice per fare passi avanti.
Contattateci e concorderemo una data in cui recarci tutti insieme ai comuni della vostra città.
Gli avvocati della Rete Lenford avvieranno le pratiche amministrative per l’impugnazione dei rifiuti presso i tribunali di competenza.

Certi diritti
Diritti sicuri. Diritti per tutti.

Il logo di linkedinConoscete Linkedin?
Linkedin è una rete di contatti professionali, assolutamente aperta, trasparente e partecipativa: attraverso una rete aperta di conoscenza, le competenze più svariate possono costruire sinergie finalizzate ai propri progetti lavorativi, sociali e imprenditoriali.
Social NetworkSOCIAL NETWORK – Linkedin è forse il più esemplare successo di Social Networking in Internet, basata sui cosiddetti “gradi di separazione”, in cui ognuno può contattare determinate persone facendosi introdurre da conoscenti in comune.
Per iscriverti a Linkedin, basta avere una bozza di curriculum a disposizione.

Ma cosa c’entra Linkedin con FamigliaFantasma?

Da tempo e in futuro ancor di più pubblicizzo l’iniziativa di affermazione civile organizzata da CertiDiritti, di cui faccio parte. Parlando con gli amici, cerco di capire insieme a loro se possono essere interessati a chiedere la pubblicazione degli atti affiancati da un avvocato della Rete Lenford.

Alcuni di questi amici mi rispondono, tra le tante cose, che non si fidano tanto degli avvocati della Rete Lenford. Perché si danno da fare per questa cosa gratuitamente? Come mai nessuno li paga e loro non richiedono onorari?

Insomma, in Italia l’equazione “Professionalità + Impegno Civile = Vantaggio comune” non ha soluzione. Tutti a pensare che sotto c’è qualcosa di male, qualcosa di losco. Ma non è sempre così. E linkedin può aiutarci a sperimentare in prima persona una mentalità più europea e meno clientelare.

QueerACT - Rete professionale aperta per chi fa dell’impegno civile una questione di normalitàPer questo ho creato un gruppo, che si chiama QueerACT: essere a contatto con professionisti di varia natura sensibili al tema dei diritti civili è una opportunità. Così come è una opportunità dare un contributo ai diritti civili attraverso la professionalità propria.
Certo, in Italia è un po’ un tabù. Ma nel mondo per molte persone l’impegno civile può valorizzare la propria professione – in vario modo e misura, a seconda dei contesti.
Proviamo a costruire una mentalità più aperta, più cosmopolita. Mettiamo la parole LGBT in contesti aperti e non dedicati. Iniziamo a essere gay insieme agli altri e sotto gli occhi di tutti. Anche per smettere di avere paura di perdere il lavoro: una cosa che accade, ma molto raramente. Non ha senso che questa paura modifichi le scelte della nostra vita.
Se siete già registrati a linkedin, iscrivetevi utilizzando questo link.

Ovviamente, se la cosa ti piace, puoi farla conoscere: invia mail ad amici, colleghi, parenti. Metti il banner nel tuo blog. Fai ciò che vuoi.

Se invece la cosa non ti convince, esistono reti simili: ad esempio CosmoCircle.

Sto provando a stilare una bozza di decalogo per cambiare i paradigmi della lotta omofobica. Non è un lavoro facile, e poi non ne ho le competenze.

Per questo vi chiedo di aiutarmi, con i vostri contributi per renderlo efficace, coerente e privo di eccessi o revisionismi.

1) COLLABORAZIONE CON LE ISTITUZIONI – Per fare passi avanti nella comunità civile dobbiamo abbandonare la paura delle istituzioni. Chi ha paura non si mette in gioco!
Viva la polizia, viva i Carabinieri, viva il Giudice di Pace.
Andiamo nelle caserme e parliamo con loro. Facciamoci conoscere.

2) RISPETTO PER I NUOVI INTERLOCUTORI POLITICI – Per fare passi avanti dobbiamo riconoscere la dignità dei nostri interlocutori. Quella dignità che noi chiediamo proprio a loro. Per provare la nostra dignità noi non abbiamo bisogno di accusare nessuno, né di screditarlo, né di addossargli colpe non dimostrabili.

3) NON RIVENDICAZIONI MA IMPEGNI CIVILI – La rivendicazione intesa come protesta, come lamentela, o “pretesa” che qualcosa ci debba essere concesso non è vincente. Neri, donne, poveri: si sono tutti conquistati l’uguaglianza battendosi. Noi non ci possiamo esimere da questa “legge naturale” della democrazia. Ci sono sempre stati prezzi da pagare: mettiamoli in conto

4) DENUNCE SOCIALMENTE SOSTENIBILI – Facciamo denunce socialmente e psicologicamente sostenibili. La gente sa come evitare di essere ammorbata da denunce angoscianti, lamentele e attacchi polemici. Gli accenni al fascismo forzano la lettura delle nostre istanze in una ottica ideologica detrimente.

5) SE SIAMO DISPERATI, TACIAMO – Cercare consensi gongolandosi nella sindorme di onni-impotenza è un peccato mortale. Diffondere l’idea deprimente e falsa che “in Italia è impossibile” o che occorra “aspettare”, o che è colpa del Papa non serve a nulla. Se non abbiamo carattere, vero orgoglio, e non crediamo nei nostri obiettivi, è meglio che ci facciamo da parte. Per il bene di tutti.

6) L’OMOFOBIA NON E’ UN PROBLEMA DEI GAY – L’omofobia è un problema della maggioranza degli Italiani, non della minoranza omosessuale. Aiutiamo la cittadinanza italiana a prendere atto di questa realtà limitante e a farsene carico.
L’omofobia è un problema degli omofobi: questo è il messaggio da lanciare.
Se non saranno loro a guarire dall’omofobia (compresa quella interiorizzata) l’omofobia resterà sempre.

7) IL PROBLEMA DEI GAY E’ LA SEGREGAZIONE o APARTHEID – Il razzismo e la violenza scelgono preferiscono sempre più di esprimersi attraverso l’omofobia. Le conseguenze per noi sono segregazione, discriminazione. Gli effetti dell’omofobia sulle nostre vite: questo va denunciato. L’obiettivo delle nostre denunce deve essere uno solo: fare in modo che l’omofobia altrui non condizioni nè peggiori la nostra vita.

8) L’OMOFOBIA E’ UNA MALATTIA – L’omofobia è una malattia, che però non va curata a tutti i costi. Il clima omofobico diffuso ha un costo sociale. Chi è omofobo, resti pure tale: a spese dello Stato.

9) I DIRITTI NON SI IMPORTANO DALL’ESTERO – L’uguaglianza dei diritti non si importa dall’Unione Europea. Così come la democrazia non si esporta dall’America all’IRAQ. Noi italiani dobbiamo percorrere la nostra strada.

10) UNICO PUNTO FERMO: UGUAGLIANZA DEI DIRITTI – Mediare è stato un fallimento in passato. Lo sarà anche adesso.

Spero di ricevere tanti commenti che mi aiutino a stilare un decalogo che rappresenti veramente le idee di tanti che vogliono cambiare le abitudini di denunciare una omofobia in modo inefficace.