Famiglia Fantasma

Archive for the ‘Parole Italiane’ Category

Martedì 17 giugno ore 21 – Festa di Laicità  –  “Matrimonio gay: una questione di eguaglianza”

Il diritto a sposarsi fra Costituzione italiana e Carta europea dei diritti fondamentali

Cappella Farnese/Palazzo D’Accursio – Piazza Maggiore 6, Bologna
 
Il terzo e ultimo incontro della “Festa di laicità” è dedicato al valore più alto: quello dell’eguaglianza. Il governo spagnolo annunciando la rimozione del divieto di matrimonio per gli omosessuali ha affermato: l’eguaglianza o è piena o non è. La legge italiana impone agli omosessuali il celibato e permette loro di sposarsi solo con una persona dell’altro sesso. È una legge che va contro la loro natura. Ma come si concilia allora con la Costituzione che impone di rispettare la famiglia come società naturale?

Francesco Bilotta           giurista, Università di Udine

Gilda Ferrando               giurista, Università di Genova

Vittorio Lingiardi            psichiatra, Università “La Sapienza” di Roma

Livio Pepino                    giudice di Cassazione, membro del CSM

Valerio Pocar                  sociologo del diritto, Università di Milano

modera          Marco Gattuso

Ho letto su Gay Today un commento all’editoriale che condivido in pieno. Lo riprpongo, sperando di fare da cassa di risonanza. I grassetti sono miei.

In politica non si è mai proceduto, in nessun Paese e in nessuna situazione storica, da parte di qualunque gruppo o minoranza organizzata, portatori di qualsivoglia rivendicazione, con «attese». Le attese sono fatte per essere deluse, e le speranze sono quasi peggio delle attese: entrambe sono sinonimo di passività, di delega, di atteggiamento rinunciatario.

Io non so se in Italia esista realmente, già oggi, una «comunità» GLBT: credo però che siamo vicini a costruirla, e che è questo il primo passo politico da compiere. Ma come si può realizzare questo obiettivo, che, a ben vedere, precede ogni altro? Solo rendendosi profondamente consapevoli dei propri diritti, acquisendo piena coscienza dei nostri inalienabili diritti, civili e costituzionali. In ogni Paese d’Europa e del mondo la «comunità» GLBT si è potuta costituire e ha potuto essere portatrice di richieste di civiltà, di diritto e di verità solo nel momento in cui i suoi componenti hanno smesso di sperare, di attendere – se mai lo hanno fatto – e anche di agire da «utili idioti», portando un voto in cambio (appunto!) di promesse vaghe e malcerte, anziché di impegni solennemente presi e ratificati, e hanno trattato da pari a pari con i Partiti politici, i singoli rappresentanti del popolo in Parlamento, nei Comuni, in ogni Istituzione.

La nostra sfida è non può non essere che la fine della subalternità dell’Associazionismo Gay ai Partiti, la fine della pacata sottomissione in cambio di un’attesa (o di una poltrona). Dalla coscienza dei diritti civili e costituzionali delle persone omosessuali e transessuali consegue la delineazione di una piattaforma di rivendicazioni e richieste che si può riassumere in pochi, chiari punti:
matrimonio civile come diritto di tutti senza distinzione di sesso e orientamento sessuale;
Pacs;
no agli istituti speciali per soli omosessuali, cioè alle unioni-ghetto, che non sconfiggonoo smorzano l’omofobia ma la lasciano inalterata;
legge contro l’omofobia;
accesso all’adozione e all’affido anche a famiglie monogenitoriali e a persone omosessuali.

I gay e le lesbiche hanno il diritto di inscrivere le loro relazioni nel diritto e nella legalità. E la richiesta di questi diritti deve essere espressa congiuntamente, per quanto possibile, dalle persone omosessuali insieme con le persone eterosessuali, per acquisire una maggiore forza. E per far capire che un mondo più «decente» (per dirla con Zapatero) è un’enorme acquisizione di civiltà e dignità per tutti.

Aldo Brancacci

Mercoledì prossimo, Arcigay Giovani di trieste organizza presso le università di Trieste una conferenza dal titolo: “Il mondo LGBT italiano: quale futuro?”

CertiDiritti di trieste parteciperà!

Conferenza Mercoledì 23/4 ore 16:00

Edificio H2Bis – Aula 4C

Il mondo LGBT italiano: quale futuro?

Prof. Roberto Scarciglia

(Professore ordinario di diritto pubblico comparato – Facoltà di Scienze Politiche)

La legislazione sulle coppie di fatto: un’ analisi comparatistica tra la situazione italiana e spagnola

Prof. Liborio Mattina

(Professore ordinario di Scienza della Politica – Facoltà di Scienze Politiche)

Il dibattito tra i partiti sui diritti delle unioni di fatto.

 

Prof. Vaclav Behloransky

(Professore ordinario di Sociologia Politica – Facoltà di Scienze Politiche)

Società italiana, stranieri culturali e Chiesa

 

Prof.ssa Daniela Frigo

(Professore ordinario di Storia moderna – Facoltà di Scienze Politiche)

Famiglia, affettività e identità individuale: la ricerca storiografica

Prof.ssa Giuliana Parotto

(Professore associato di filosofia politica – Facoltà di Scienze Politiche)

Prof. Gabriele Pastrello

(Ricercatore di economia politica – Facoltà di Scienze Politiche)

Da una mail ricevuta:

Davanti a due mali (Rutelli e Alemanno) si può anche scegliere di dire di no ad entrambi.
Altrimenti, mi chiedo, dov’è l’elemento educativo? Cosa dovrebbe animare la buona volontà di un candidato se poi, qualunque indisponibilità o cattiveria dimostri può venir sanata dalla “fortuna” regalata da un antagonista che è come-o-peggio di lui?
Io voglio che Rutelli sappia che lo condanno e che non svendo la mia dignità solo perchè l’altro candidato lo temo di più.

Ciò mi renderebbe solo un fiancheggiatore ed un codardo.

Le paure si affrontano a viso aperto e non scegliendo la paura che spaventa meno…altrimenti saremo sempre in-influenti o, persino, premianti nei confronti di chi, comunque, si è coerentemente, troppo coerentemente, dimostrato un nemico.

Non aggiungo altro.

Da bertinotti un appoggio a metà. Come questo ovale. Meglio di niente...Il 4 Aprile Bertinotti parla agli omosessuali al Circolo Mario Mieli.

Alle Invasioni Barbariche, Bertinotti si vantava di aver raggiunto con Rutelli il compromesso sui cosiddetti diritti individuali – compromesso poi tradito da Rutelli.

Poi però ha sottoscritto il patto con Arcigay, un impegno diretto per il matrimonio agli omosessuali.

Le cose sono due: o l’ha fatto solo per farsi mettere nella lista delle persone “da votare” (un modo di dire veramente all’antica, ndb).
Oppure anche lui vuole prendere in giro la nostra innata credulità.

Comunque stiano le cose, con questo post voglio sfatare il mito dei diritti “individuali”, affinché chi partecipa all’incontro con bertinotti sia più preparato e competente.

Per farla breve inizio dalla fine: nella legislazione italiana, i diritti di gruppo non esistono. Forse con l’Action Class inizia ad esserci qualcosa del genere (non sono competente in materia). Ma per il resto, tutti i diritti delle persone fisiche sono diritti che discendono e si applicano all’individuo.

Ma procediamo per gradi.
Oggi tutti i partiti che parlano di diritti individuali, lo fanno lasciando intendere che sarebbero un “minus” rispetto a dei non meglio definiti diritti di un ente chiamato famiglia tradizionale – anche essa non meglio definita.

Da questo modo di ragionare, lo spettatore si fa l’idea che la famiglia sia un ente a sé stante che è giuridicamente rilevante e dal quale discendono quei famosi diritti che i coniugi hanno.

Nulla di più sbagliato. La famiglia non è un ente giuridicamente “osservabile”.

Premesso che non c’è in tutto il corpo legislativo la minima definizione di famiglia (né di matrimonio), il punto importante è un altro: per la giurisdizione la famiglia non è un soggetto giuridico a sé stante.
I diritti di famiglia discendono dai singoli coniugi presi singolarmente e dalla loro volontà e autodeterminazione di vincolare la propria vita a quella di un’altra persona.

I DIRITTI DEI CONIUGI SONO DIRITTI INDIVIDUALI. DELLA STESSA IDENTICA NATURA DI QUELLI CHE AVREMMO NOI CON I RIDICOLI CUS.

Detto in altre parole, i diritti individuali delle coppie di fatto non sono in contraddizione con i matrimoni omosessuali. Almeno: la contraddizione non c’è nei confronti della legge, ma delle ipocrisie dei politici.

Detto questo, lancio un appello agli omosessuali romani: come avete già fatto per Cantelmi, registrate anche Bertinotti. Perché vorrei essere testimone anche io.

Per il resto auguro a tutti i partecipanti di fare una bella esperienza, perché al di là dei miei toni volutamente provocatori, comunque questo incontro è un buon auspicio.

POST SCRIPTUM SULLA NATURA DEI DIRITTI:

Noi omosessuali abbiamo il diritto al matrimonio e alla famiglia in quanto esseri umani: siamo nati con questo diritto e nessuno può togliercelo mai, se non togliendoci la vita o la libertà.

Questo diritto che abbiamo, ci è riconosciuto dalla nostra costituzione, agli articoli 2, 3 e 29 della Costituzione.

Infine, veniamo impossibilitati all’esercizio di questo diritto dai nostri politici.

Se l'omofobia si wikipedizzasse... ci sarebbe di mezzo lo zampino di RatzingerUn bellissimo scioglilingua, giusto epr avvisarvi che su Wikipedia è in atto una discussione per creazione di un contenuto ufficiale nietepoco di meno che sulle cause dell’omofobia.

A me è arrivato questo appello da un utente anonimo. Quindi non credo sia il caso di creare all’armismi. Solamente, se qualcuno ha competenze psicologichepotrebbe dare il suo contributo, sereno e provato da fonti certe e soprattutto attendibili.

Perché sembra che ci sia un utente che dichiara attendibile una affermazione (l’eterofobia è molto diffusa) riportando come fonti una manciata di articoli de “Il Giornale”. Suvvia! Non vorremo considerare “Il Giornale” una fonte attendibile! Mi sembra un popchino di parte e soprattutto sfacciatamente per interessi di lobbie.

Morale: se conoscete uno psicologo, un sociologo che naviga su internet 2.0: girategli questo link.

E allora, vediamo come va a finire.
Cosa dirà, Wikipedia, di noi gay? Anche lì dovremo leggere che siamo un po’ contronatura?
Anche su Wikipedia saranno accreditate le tesi secondo le quali l’omosessualità non è più nell’OMS per colpa delle lobby gay?

Non credo. Ma temo che presto il Papa avrà da ridire anche su Wikipedia.
A questo punto, a me resta solo da finire lo scioglingua: se l’omofobia si wikipedizzasse….vi disawikipizzereste voi?

Dulcis in fundo, termino con l’intervento di Guido Allegrezza al Congresso Cositutivo.
Anche lui, come Chiara Lalli cura un bellissimo blog, che potete leggere qui.

Tra le tante cose, Guido si è soffermato sul significato del nome dell’associazione Certi Diritti.
Diritti sicuri: diritti certi. La certezza del diritto. Tutte le persone devono essere certi di poter esercitare i diritti a cui hanno titolo e che la Repubblica italiana gli riconosce nella costituzione.
Infine, la nostra associazione si rivolge ai diritti di “certe” persone, di quelle persone che certi altri non chiamerebbero, appunto, normali.

In tutto questo, una mia riflessione personale: Il diritto dà sicurezza.
La vera sicurezza, infatti, è quella che viene dal diritto. Non può esserci certezza della pena senza certezzadel diritto. Per tutti i cittadini. Per tutti i loro diritti.

Il secondo libro di Chiara Lalli Chiara Lalli è autrice (“Dilemmi della bioetica” edito da Liguori) e docente universitaria e cura un blog importantissimo sul tema delle bioetiche.

Ha effettuato un’intervento molto gradevole da ascoltare.
La sua tesi si racchiude in un motto “Perché no?”
Detto in altre parole: “Basta stare sulla difensiva“. Se qualcuno vuole limitare la mia libertà, sta a lui argomentarmi il perché penserebbe di poterlo fare. E non io a dover giustificare il mio diritto alla libertà.

Poi anche lei ha parlato dei vari luoghi comuni e illusionismi che si utilizzano per stigmatizzare le famiglie omosessuali omogenitoriali.
A volte si parla di famiglia effettuando un richiamo alla normalità. Ma cosa è normale? Anche nella sua accezione statistica, apparentemente neutra e sensata, questo concetto non ha riscontro: infatti la maggioranza della famiglie è molto varia (separazioni, divorzi, ricomposizioni, orfani e quanto altro): a cosa si rifarebbe, insomma questa presunta “normalità”? Non è chiaro.

Altre volte si intende il termine “naturale” con accezioni dubbie e indefinite:
– nel senso di moralmente buono, lasciando intendere che le famiglie omosessuali fossero moralmente cattive.
– in opposizione ad “artificiale” (come la fecondazione assistita)
– nella accezione di sano, lasciando intendere che le famigli omosessuali siano malate.

Non è facile riportare il suo intervento con un post. Di nuovo, vi consiglio di ascoltarlo direttamente dal vivo.

Continuando con il mio personale excursus sugli interventi che più mi hanno colpito al congresso costitutivo dell’associazione CertiDirtitti, oggi vi parlo dell’intervento di Francesco Bilotta. Come sempre, potete ascoltarlo in questa pagina di RadioRadicale.
L’avvocato Francesco Bilotta ha iniziato ponendo all’attenzione che la discriminazione è restrizione della libertà personale.
Riconoscere il diritto al matrimonio per le persone omosessuali significa in generale difendere la libertà e l’autodeterminazione del cittadino.

Inoltre, secondo il dott. Bilotta, con il dibattito giudiziale la società civile è “costretta” a riflettere sulle istanze omosessuali, poste all’attenzione dell’opinione pubblica che avrebbe un’opportunità in più per affrancarsi da questa situazione di disinteresse per una causa comune. Infatti quando i tribunali si esprimono – anche quando dicono no – la motivazione del loro diniego è motivo di dibattito e presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica. Poiché attualmente c’è la volontà di tacere sugli omosessuali (basti pensare a questa campagna elettorale) la via giurisdizionale ci aiuta ad esercitare il diritto di parlare e far parlare.

Le iniziative giuridiche portate avanti fino ad ora non hanno dato frutti soprattutto perché è mancata di una strategia comune e concertata, riuscendo ad affidarsi solo a interventi episodici. E questo accade anche perché gli omosessuali dimenticano troppo facilmente di essere cittadini e di potere e dovere esercitare i propri diritti. La Rete Lenford cercherà di colmare proprio questa lacuna, dando organicità alle varie azioni giudiziarie intraprese da vari cittadini italiani.

Inoltre, durante il suo intervento il dott. Bilotta ha cercato di individuare i modi in cui la giurisprudenza della cassazione è capace di cambiare, con il tempo. Lo ha già fatto proprio in tema di Diritto di Famiglia con le istanze dei conviventi eterosessuali: prima degli ani 90 non venivano assolutamente prese in considerazione. Però già dagli anni 80 molti conviventi hanno iniziato ad andare in giudizio per farsi riconoscere i propri diritti. E fu così che, sentenza dopo sentenza, si è creata una giurisprudenza che oggi praticamente riconosce alle coppie di fatto eterosessuali quasi gli stessi diritti delle coppie sposate .

Infine, l’avvocato Bilotta ha citato una sentenza del tribunale di Napoli (che purtroppo non sono in grado di riportarvi): l’accusa sosteneva che la mamma lesbica fosse inadatta a crescere figli. La sentenza sembra illuminata e non usa mezzi termini contro una mentalità retrograda, socialmente dannosa e priva di valore sociale. Vi consiglio di ascoltare dall’audio gli estratti della sentenza, perché sono grandiosi.

Il tema di questi post è tentare di fare un sunto (molto personale, non ufficiale) sugli interventi che più mi hanno colpito durante il congresso costitutivo dell’associazione raicale “CertiDiritti”. Qui potete vedere e ascoltare gli interventi integrali.
Oggi è la volta di Mario di Carlo, avvocato e collaboratore con la rivista Critica Liberale.

Nel suo intervento ha voluto spiegato prima di tutto i “trucchetti” con i quali viene manipolato il significato dell’articolo 29: artifizi letterali, interpretazioni della dottrina e quanto altro. Purtroppo le mie competenze non mi permettono di riportare il suo discorso senza stravolgerlo con strafalcionerie che la sua competenza non merita. Tutte le informazioni su questo argomento le trovate integrali e ufficiali qui.
Mi limito perciò a evidenziare qualche altra sua considerazione.
Secondo Mario di Carlo è strategicamente critico riuscire a facilitare il processo di assimilazione delle istanze LGBT nella giurisprudenza. Infatti attualmente la Corte Costituzionale non può considerarsi “coraggiosa” riguardo ai temi cosiddetti “eticamente sensibili”. Per questo lui si augura che prima di sollecitare un Suo interveto (tra l’altro atipico rispetto alle sue ordinarie mansioni) ci sia il tempo necessario per costruire un consenso diffuso in Cassazione e Corte Costituzionale. In questi ambienti deve ancora essere compiuto un adeguato approfondimento su questi temi del diritto di famiglia per le persone LGBT; non è ancora stata raggiunta una consapevolezza adatta all’ambizione di ricevere dalla Corte Costituzionale una conferma delle nostre istanze.
In questo senso, è importante valutare i punti di forza e i punti di debolezza di tutte le possibili strategie: così, infatti, determinati rischi possono trasformarsi in opportunità più concrete e meno aleatorie.

L’obiettivo, dunque è ambizioso: creare nel breve termine delle precondizioni che possano oliare il successo della via giudiziaria (o giurisdizionale) che vogliamo intraprendere. Infatti i giudici e il diritto lavorano per strati: conquista dopo conquista, sentenza su sentenza. Più precedenti ci sono, più è facile che la cassazione si esprima a favore delle nostre istanze.

Personalmente confido che nel gettare le fondamenta dell’azione strategica da intraprendere, Rete Lenford e Certi Diritti possano collaborare per questo obiettivo comune


Top Clicks

  • Nessuno.
Fiero di essere italiano. Fiero di essere gay.