Famiglia Fantasma

Archive for the ‘Terapie Riprative’ Category

Questo è il terzo di una serie di post. Leggere prima almeno il precedente. Da una riflessione sulle terapie riparative per “guarire dall’omosessualità” sono arrivato a considerare quanto pericoloso sia un certo atteggiamento “pedofilo” fin troppo radicato tra le gerarchie cattoliche e anche in politica.

(Continua da….) Ben lungi dall’accusare di pedofilia chi sostiene di manipolare meccanicamente l’orientamento sessuale con preghiere o percorsi psicologici. Sottolineo solo delle possibili – e grossolane – analogie, che anzi invito a confutare nel caso mi sbagliassi. Analogie da perfezionare in ogni caso.

Mi rendo conto che procedo per indizi, quindi non emano sentenze. Ma gli indizi in odor di pedofilia all’interno della Chiesa sono tanti. Proprio tanti.

E’ inutile commentare i fatti di pedofilia nella Chiesa e il modo consapevolmente e volontariamente inefficace ed equivoco con la quale la chiesa pretende di essersi emancipata da questo suo male (niente preti gay).

Anche perchè gli abusi dei preti pedofili sono solo la punta di un Iceberg.
La causa del problema sta in un’attitudine generalizzata alla pedofilia. La tendenza a trattare tutti come bambini.  Bambini vittime (genericamente delle forze del male). Vittime ma allo stesso tempo colpevoli. Proprio come accade con la sindrome di Stoccolma.

Questa è una attitudine, anzi un vizio radicatissimo nella chiesa. E’ un modus operandi pandemico, che trasuda in ogni espressione della chiesa: dal messaggio religioso tipico cattolico della colpa (colpa, grandissima colpa), alla dottrina sociale (non usare il preservativo anche quando il tuo coniuge è malato). Dalla parata di chierichetti (monito bambinesco/puberale di sottomissione cortigiana). Fino al modo di trattare i fedeli e i cittadini di una nazione democratica: basti pensare a Ruini, che della matuirtà dei cattolici che votano fece una questione di potere.

Ed è vero: cattolici maturi non esistono, almeno non nelle intenzioni della chiesa.
Ma con queste intenzioni non si può fare altro che perpetuare la sindrome di Stoccolma nei fedeli (e nei cittadini, e nei politici), e la sindrome del pedofilo nelle gerarchie.

Ed in effetti, a ripensarci bene, cosa altro sono i nostri politici, se non delle povere vittime, marionette abusate dalle alte gerarchie? Marionette e vittime, a loro volta colpevoli di abusare del loro popolo.

“La guarigione che questi signori propongono… Essi chiedono sostanzialmente ai loro adepti di giungere ad odiarsi, a considerarsi prodotti sfortunati della società, delle vittime … e nonostante tutto colpevoli.”

C’è poco da ironizzare. Essere vittime, e, allo stesso tempo sentirsi in colpa, non solo determina una grave frattura dell’integrità psichica. E’, invero, una tipica condizione delle vittime della pedofilia, quando ancora non sono riuscite a risolvere il dramma in cui sono state proiettate dai loro carnefici.

Si chiama sindrome di Stoccolma, tipica delle persone rapite, ma non solo: per non sentirsi totalmente in balia del proprio carnefice, la vittima ne introeitta alcune sue qualità, tra le quali il senso di colpa che il carnefice stesso prova. Riuscire a mettersi nei panni del proprio carnefice, fa sentire le vittime più sicure, più in grado di superare la loro frattura interiore.

Può esserci dunque una lampante e allarmante analogia tra l’abuso pedofilo e l’induzione al “superamento” di un orientamento sessuale “indesiderato”: entrambe creano delle vittime-colpevoli.  La prima attuando un abuso fisico, la seconda perpetrando un (plausibile) abuso psichico.

La persona pedofila e un docente riparatore (oppure un leader di un gruppo di preghiera riparatore) hanno due analogie spaventose.
Entrambi creano delle vittime attraverso i loro abusi (abusi fisici in un caso, potenziali abusi psichici nell’altro).
In più, entrambi provano sollievo e finanche piacere quando le loro stesse vittime li liberano dal senso di colpa che ogni carnefice merita di avere. Ben al di là del delirio di onnipotenza, il delirio di liberarsi dal senso delle proprie colpe!

Le preghiere riparative sono un fatto grave. Non solo perché si mischia superstizione, pregiudizi e medicina come accade nel terzo mondo. Ma soprattutto perché i riparatori compiono azione di coscienza quando dovrebbero essere relegati all’obiezione.

Non avrebbe senso, ma comunque rientra nella logica di una società democratica che un medico si rifiuti di dire ai propri pazienti che l’omosessualità non è una malattia. Questo però comporta che quel medico non tratti nessun tipo di azione psicologica legata alla sessualità. Insomma: se vuoi tenerti le tue convizioni, devi astenerti dall’esercitare la tua professione. In toto, o in parte. In studio o fuori. Mentre mangi oppure mentre preghi.

Invece queste persone al momento hanno la libertà di diffondere le loro assurde convinzioni manipolando la cultura medico scientifica, usandola come leva. Si fanno forti di alcuni diplomi o lauree o attestati che possono avere acquisito, ma  poi li usano per camuffare certe azioni di stregoneria pura, con la goffaggine primitiva di un camaleonte.

Le persone che esercitano una terapia riparativa, possono avere tutte le lauree che vogliono, ma in quel momento stanno facendo stregoneria. Come i capi tribù animisti di certi documentari.

Obiettivo di una sana contestazione di questi fenomeni consiste nel rilegare i riparatori con competenze professionali (lauree ecc…) all’obiezione di coscienza. Come avviene per i farmacisti con le pillole del giorno dopo, ad esempio. O con i  profilattici.

Avete mai visto un farmacistsa che pubblicizza uno scaccia-cicogne invece delle pillole abortive?
Oppure che venda crocefissi scaccia aids invece dei preservativi?

Purtroppo esistono medici e farmacisti che credono queste cose: ma giustamente non hanno il diritto di dire tali fandonie in nome della scienza. Lo dicono solo a nome della loro fede religiosa. Mettiamolo bene in chiaro.

Spesso su striscia la notizia si vedono servizi giornalistici in cui improbabili santoni si auto organizzano per sfruttare la credulità della gente. “Io guarisco dal tumore” “Io guarisco dall’invidia”.
Giustamente Staffelli, o chi per lui, va là e poi gliele canta e gliele suona. Li denuncia al pubblico. E li fa vergognare. Gli sputa in faccia la loro miseria, lo schifo che fanno. Davanti a tutta l’Italia.

Le terapie riparative funzionano in un modo simile: unica differenza è che non si tratta di persone goffamente “auto organizzate”. Ma di una struttura, a volte internazionale, che poggia anche sull’assenso della Chiesa. Un assenso che dà prestigio, aiuti logistici, supporto marketing (pubblicità nelle parrocchie e nei seminari – dove i gay sono banditi) e commerciale (contatti con le vittime).

Ebbene: denunciamo le terapie riprative a Striscia la notizia!Scriviamo una mail a Mingo e Fabio.

Diciamo, nelle nostre lettere, che ci sono persone che affermano che si può guarire dall’omosessualità pregando. Facciamo capire alla gente che queste persone sono cialtroni, ciarlatani, persone che fanno del male alla povera gente che ha già i suoi problemi.

Proprio come le stufette miracolose, nè più nè meno. Con la differenza che certi ciarlatani hanno spazio a pagine intere in taluni giornali. Ma resta il fatto che sono incantatori bugiardi.

Premesso che c’è libertà di espressione e di religione, l’istigazione al suicidio rimane comunque un reato.

E così deve essere pure per l’istigazione al suicidio psichico. Il mondo civile riuscirà, piano piano, a far valere queste ragioni.

Insomma, questi stregoni del Gruppo Lot mi sembrano delle persone che istigano le persone a buttarsi giù da un grattacielo e fare un volo – di speranza – al cui termine però c’è la morte della propria integrità psichica e relazionale.

Tutti hanno il diritto di orientare il proprio orientamento sessuale, ma occorre fare queste cose volendosi bene, accettandosi serenamente, informandosi a fondo su cosa sia veramente l’omosessualità: una variante sana della sessualità umana.
Un conto modificare il proprio orientamento. Un conto è fuggire da esso e averne paura o averlo in odio.

Non c’è un orientamento buono e uno cattivo. C’è solo libertà di scelta.

Una libertà, che nel gruppo Lot e negli altri gruppi riparativi, manca.