Famiglia Fantasma

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Da anni il nome di Fabio Croce è indissolubilmente legato a quello dell’editoria a tematica GLBT in Italia. Le sue collane, tuttavia, non si limitano a romanzi o saggi a tematica esclusivamente gay. Annoverano Autori di fama internazionale e lavori che spaziano in ogni direzione. Ho voluto intervistarlo per voi.

* Confesso che mi fa un effetto strano intervistarti. Dopotutto tu sei il mio attuale Editore. C’è un rapporto professionale che in qualche modo ci lega.
Ti va di parlarci di Fabio Croce?

L’Editore Fabio Croce è romano, del 1960. Viene da una tradizione libraria importante. Ha gestito per anni le Librerie Croce della capitale, partecipando al salotto letterario più celebre d’Italia: la Libreria Croce di Corso Vittorio Emanuele dello zio, Remo Croce. Ha scritto vari libri di narrativa e di saggistica. Oggi porta avanti le Edizioni Libreria Croce, considerata tra le case editrici più importanti che promuovono la così detta “cultura omosessuale” o meglio la cultura GLT (gay, lesbico, trans).

* Come sono nate le Edizioni Libreria Croce? O meglio, quali sono le ragioni per cui le hai fondate?

Dirigo questa casa editrice dal 1997. Da sempre ho lottato perché fosse una Casa Editrice libera, che asseconda i bisogni e le volontà di coloro che con essa scrivono e pubblicano. Tutto è alla luce del sole; ognuno degli autori è chiamato a partecipare e a portare la propria esperienza affinché i libri siano notati dal pubblico. Ogni consiglio è bene accetto e non ci sono preclusioni verso nessuno. La Casa Editrice è una sorta di laboratorio di idee, un luogo d’incontro dove persone che amano la scrittura mettono a fuoco delle idee e le realizzano insieme. A volte l’ufficio si trasforma in studio di psicanalisi e anche questo rende l’esperienza editoriale più seducente.
Presto mi resi conto che in Italia una realtà editoriale esclusivamente gay non poteva sopravvivere: limitare a priori un mercato già di per sé così difficile non aveva senso. Per giunta tante persone che leggono vogliono sentirsi normali lettori e comprare i libri come tutti nelle librerie e non in luoghi esclusivi e di settore. E visto che tante librerie in Italia pregiudicano ancora il settore dei libri a tematica GLT, si finiva per diventare una sorta di produttori di materiale pornografico, non di cultura. Troppo spesso le migliori vendite erano realizzate in sexy shop e negozi simili, o addirittura nei sex club. E troppo spesso quelle librerie che avevano il coraggio di esporre i volumi esplicitamente a tematica GLT li collocavano comunque nel reparto pornografia, anche se si trattava di un saggio sulla sessualità dei trichechi del Baltico.
La stessa Babilonia, la più importante rivista di cultura omosessuale italiana, che vantava collaboratori importanti del movimento e che per anni è stata l’unica in Italia a fare della vera prevenzione, quando è esploso il fenomeno dell’AIDS, la trovavi nella sezione porno dell’edicola!
Allora c’è stato il bisogno, ho sentito come una necessità anche di mercato, di allargare il giro e rivolgersi appunto ad un mercato più vasto, guadagnandosi il rispetto di tutti i librai, che hanno visto sfilare proposte di tutti i generi, dall’universitario alla poesia, dal saggio all’aforisma.

* Attraverso l’esperienza di mercato, dunque, sei in grado di realizzare e distribuire un prodotto che ricalca esattamente le aspettative dei lettori.

L’esperienza dell’editoria nasce da un bisogno concreto che ho avvertito all’inizio degli anni ’90, quando dirigevo la Libreria Croce a Roma in via Solferino: il desiderio di leggere romanzi che raccontassero l’omosessualità in maniera diretta non era assolutamente soddisfatto dalle Case Editrici dell’epoca (che poi sono le stesse di oggi) e l’idea di creare una realtà esclusiva era forte, necessaria. Così ho cominciato a raccogliere novelle di giovani Autori esordienti che scrivevano di omosessualità e partì con l’esperienza di Off-side, una collana che tutt’ora è la più prolifica della Casa Editrice.

* Il tuo catalogo annovera lavori che spaziano da romanzi erotici a libri molto più silenziosi, discreti, timidamente rivelatori. Un modo per dare spazio a tutti gli Autori o semplicemente per rendere le tue collane più variegate?

Oggigiorno tutto viene settorializzato, generalizzato, catalogato, a tutti i prodotti viene dato un codice, a tutte le persone un’etichetta, una definizione. La cultura omosessuale è un’area culturale che aiuta a definire l’argomento e a circoscrivere tutto ciò che si muove intorno ad essa. Non c’è da farci intorno una speculazione politico-filosofico-cultural-sociale, è così, un meccanismo imposto dalla modernità. Le librerie e le biblioteche, per reperire e ordinare i volumi hanno bisogno di settori e la via più breve esistente è settorializzare. Non è una ghettizzazione del genere, ma semplicemente la definizione di un’area di studi e di interesse culturale. Per esempio, capolavori del cinema come i film di Luchino Visconti (Ludwig, Morte a Venezia), oltre ad essere patrimonio culturale inestimabile per la cultura mondiale, fanno parte della “cultura gay” perché una persona omosessuale che si interessa alla cultura non può non conoscere questi film, altrimenti non potrà mai possedere una cultura gay.

* Quando Fabio decide di pubblicare un manoscritto e quando no?

Decido di pubblicare un libro quando è scritto bene, senza badare troppo ai contenuti: certo, oggi sto un po’ più attento a vagliare l’eventualità di problemi giudiziari che potrei avere pubblicando argomenti scottanti e storie vere. La causa che ebbi con Nino Castelnuovo negli anni scorsi e quella che ho in piedi con la famiglia Colonna bruciano e costano molti soldi.

* In Italia sei considerato un coraggioso portabandiera. Hai spesso affrontato questioni politiche, giudiziarie e legali piuttosto spinose. Come ne sei uscito? Voglio dire, la volontà di lottare si è fatta più accesa ed aspra o oggi come oggi tendi a restartene fuori?

Da sempre sono in politica. A 15 anni, quando studiavo al Liceo ‘Socrate’, già ero rappresentante di cellula per la FGCI di Massimo D’Alema.
Poi negli anni ’80 fui attivista del Partito Radicale. Dal 2001 mi dedicai alle liste civiche romane che sostennero Veltroni al Comune di Roma e Piero Marrazzo alla Regione Lazio, e mi sono candidato più volte ricevendo anche tanti voti di preferenza. Ambientalista ed ecologista… ho collaborato dal 2006 con la Federazione dei Verdi e ho vissuto una bella esperienza al Senato come collaboratore del Senatore Gianpaolo Silvestri. È evidente dunque che tutte queste importanti esperienze politiche hanno condizionato le mie scelte editoriali.

* Questo si ripercuote anche nel tuo lavoro, quindi, nelle tue scelte editoriali?

Ho compreso che a volte, poche per la verità, anche i nemici dicono cose sagge o poetiche o piacevoli, e infondo citarli ogni tanto può essere anche snob, dare un senso di libertà, di democrazia, che non guasta quando si parla di cultura. Arrivando persino a pubblicare libri ben scritti, ma non condivisibili in assoluto per me. Il trasporto che invece provo per la promozione di un libro che partecipa delle mie stesse opinioni è superiore e determinante.

* Un libro che non hai pubblicato e che, invece, avresti voluto.

Un libro che avrei voluto pubblicare a posteriori è Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia e ti dico perché: nel 1999 fui chiamato da Paolo Bonolis per organizzare una puntata di Ciao Darwin tra Gay contro Etero. Ebbene, il primo colloquio che ebbi fu con l’Autore della trasmissione che era Federico Moccia. Lui mi riconobbe per i miei trascorsi di libraio famoso a Roma e mi chiese aiuto per la pubblicazione del suo romanzo, in verità già edito da Il Ventaglio Editore. Il libro era praticamente invenduto sugli scaffali delle librerie e lui mi propose di ripubblicarlo con la mia Casa Editrice. Io lo lessi e presi tempo. La storia non mi convinse, in tempi in cui cercavo testi più impegnativi ed avevo una linea editoriale più politicizzata. Persi tempo e Federico trovò altre strade. Tornai a Ciao Darwin nel 2000 e il contratto cinematografico era fatto, come il contratto con la Feltrinelli per la distribuzione del romanzo.

* Un lavoro, se esite, che hai pubblicato. E che, al contrario, non avresti voluto pubblicare.

Se tornassi indietro non ripubblicherei come fu pubblicato Verbum dei et verbum gay. In realtà avrei tolto solo la prefazione scritta da me che mi ha procurato una causa giudiziaria che costò anni fa 12.000,00 euro, persa in maniera assurda per colpa di un Giudice cattolico che mi volle condannare con tesi improponibili contro il parere del Pubblico Ministero, il quale aveva chiesto l’assoluzione perché non ravvisava alcuna calunnia nei confronti dell’attore Nino Castelnuovo.

* Che dire? Continui ad essere una sorta di coraggioso cavaliere. Che la tua strada sia sempre illuminata. Grazie di cuore per il tempo che hai voluto concedermi.
GIAN LUCA MARIO LONCRINI