Famiglia Fantasma

Omofobia e segregazione: distinguo

Posted on: aprile 12, 2008

Più passa il tempo più mi convinco che l’omofobia è razzismo, senza bisogno di ulteriori distinguo.

Più precisamente l’omofobia è uno dei vari mezzi che i razzisti hanno a disposizione per ottenere il loro effetto. Il razzismo, infatti, non è fine a sé stesso, ma ha un obiettivo: la segregazione.
Razzista è chi attua strategie, tattiche o azioni allo scopo di ottenere vantaggi dalla segregazione di alcune categorie o minoranze.

C’è chi è razzista per essere adulato, o per sentirsi più uomo. Chi è razzista per avere visibilità mediatica. Chi per poter avere un quieto vivere. Ma alla fine, per un motivo o per un altro, tanti uomini intravedono nella segregazione altrui c’è un vantaggio (presunto o reale) per la propria esistenza.

Fatto sta che la vita di gay e lesbiche è segregata. Lo dimentichiamo troppo spesso, perché la segregazione che viviamo è perfettamente codificata e dissimulata nell’educazione famigliare, nel costume sociale, nell’addestramento scolastico.

In verità, è segregato il vocabolario con cui parliamo: le parole che usa la legge, ad esempio, sono solo per gli eterosessuali.

Sono segregate le nostre famiglie, che non hanno un nome, né una legge, né un riconoscimento.

Sono segregati i nostri affetti, soprattutto quando siamo adolescenti: affetti difficili da esprimere con serenità e fiducia all’interno del nido familiare, o delle nostre amicizie, perfino le più care.

——–SEGREGAZIONE

Ora arrivo al dunque: denunciando la segregazione denuncio qualcosa di mio, che mi appartiene e di cui posso parlare a pieno titolo. La denuncia della segregazione, se non è vittimista, risulta verace, efficace e si guadagna la solidarietà istintiva dell’opinione pubblica.
Inoltre, sulla segregazione che vivo posso agire nel mio piccolo ed essere efficace. Non mi sento impotente.

———OMOFOBIA

L’omofobia, invece, è il modo di comportarsi tipico di certi razzisti particolarmente maschilisti: l’omofobia è una cosa che appartiene ad altri. Noi la subiamo e basta.

Forse è questo il nostro errore: quando denunciamo l’ omofobia che subiamo, tendiamo a parlarne come fosse una cosa che ci riguarda direttamente. In realtà l’omofobia non ci appartiene.
Ecco perché tante denunce di omofobia, di principio sacrosante, a volte sembrano moraliste, addirittura manipolatorie e non genuine e per questo vengono colte con sospetto dall’opinione pubblica.
Ecco perché poi i Vescovi arrivano ad essere credibili quando dicono che l’omofobia non esiste. Perché noi gay continuiamo a voler parlare di una cosa sulla quale non abbiamo effetto, di cui non siamo nè la causa, nè il fine.

Sembra paradossale, ma in questo post voglio arrivare a condividere questa idea: gli omosessuali non hanno titolo a denunciare l’omofobia. O meglio: hanno titolo a farlo, ma solo in modo “collaterale”.

Sono gli eterosessuali che devono “autodenunciarsi” e affrancarsi da questo male sociale che li travaglia.

L’Italia guarirà dall’omofobia solo quando gli eterosessuali si decideranno ad estirpare questo male.

Noi facciamo bene a denunciare l’omofobia. Ma la comunicazione dovrebbe essere rivolta agli etero. Non ai gay.

Noi gay, se vogliamo affrancarci da qualcosa, dobbiamo affrancarci dalla segregazione.

7 Risposte to "Omofobia e segregazione: distinguo"

Ma va là! Quante parole inutili….sono proprio gli omosessuali i primi a non accettare la loro mascolinità (o femminilità) e quindi a discriminare se stessi. Si lavorasse sull’orgoglio della propria essenza reale, e sul confronto umano autentico, invece di crearsi un delirio dove sono tutti gli altri a dover accettare i problemi dei gay, come se il resto dell’umanità non ne avesse abbastanza di propri, e tutti fossero lì apposta per “comprendere” e “accettare”. Siamo umani prima che omosessuali. O siamo come quelli che si castrano volontariamente per meglio impersonare l’altro sesso, e gli altri devono capire ed “accettare”? si accettassero da soli per primi, o ci mostrassero per quale motivo valeva veramente la pena di farselo tagliare, qual è il VALORE di tale scelta di vita…Non ne posso più di questi piagnistei, “mamma! aiuto! l’omofobo non mi accetta!”, è ridicolo: ci piace fare sesso tra uomini, bene, ci piace stare insieme come marito e moglie, ebbene facciamolo, per conto nostro, senza far tanto casino, e soprattutto senza far uso di vittimismo: ma mostriamo oltre a questo i nostri veri VALORI di esseri umani, perchè in questo carnevale grottesco, a volte forzatamente allegro e a volte piagnucoloso, di VALORI non ne vedo manco l’ombra.

in modo diverso da Salim, vorrei anch’io riproporre il problema dell’omofobia (e transfobia) introiettata, cioè assorbita dai diretti interessati. A Roma è impressionante quanto i gay odino se stessi, e non penso che sia un caso limite. Ci ho fatto un post sopra, e Salim mi ha fatto dei commenti che mi hanno fatto riflettere molto (e anche un po’ accapponare la pelle).
E’ vero che un Pride di gente che ogni giorno denigra se stessa e i propri simili non è un Pride convincente.

Premesso che Salim parla di oofobia interiorizzata ma ponendo male le basi del discorso, riguardo all’omofobia interiorizzata siamo tutti d’accordo.

Ma mi sembra che Salim stia dicendo che i gay sono tutti dei castrati e confonde l’omoosessualità con un modo errato di vivere.

Resta il fatto che il mio post parla di altro. Condivido Salim solo quando dice che i gay dovrebbero smetterla di lamentarsi che questa o quella persona è omoofoba.

Le sue conclusioni, ovviamente sono incondivisibili: don’t ask, don’t tell. Ti ricorda qualcosa? Dottrina sociale della chiesa?

Le mie conclusioni, invece sono quelle di una nuova consapevolezza civile: l’omofobia è principalemnte una condizione degli “eterossessuali” (l’omofobia interiorizzata è più complessa, andrebbe affrontata a aprte, concedetemi di semplificare un po’ il discorso, per bontà della fruibilità di quel che dico).
Gli omosessuali vivono in una condizione di segregazione (la cosiddetta Serie B): un aprtheid da denunciare.

Tornerò su questo tema, che è importante.
vedrò i commenti di Salim, ma a me Salim sembra uno che vorrebbe fare leva proprio nella poca fiducia che i gay hanno in sè stessi.
Io invece questa fiducia vorrei farla risvegliare.
L’intervento di Salim è pieno di disprezzo. E’ come la voce una arpia che continua a dirti spietatamente nell’orecchio che sei sbagliato, che non vai bene, che gli altri sono OK anche quando ti maltrattano e tu invece non lo sei, perché rompi l’eterosessimo ecc… ecc… ecc…

Se pensa di parlare ad un pivello, si sbaglia.

Pivello no, ma un po’ paranoico sì…io non vedo tutta questa segregazione, anzi, ne vedo anche troppi in giro, e, soprattutto in tv, pessime rappresentanze e rappresentazioni. Il disprezzo c’è eccome, ma per la froceria più rumorosa ed inutile, come per quella piagnucolosa che reclama diritti senza senso.
Il “sei sbagliato” non lo dico io, ma evidentemente lo senti tu, intento come sei a voler “normalizzare” ciò che è SPECIALE, e non c’è niente di più svilente.
Non sono cattolico per niente, ritengo che in passato la sofferenza degli omosessuali abbia prodotto arte e cultura, mentre questa fasulla libertà ha fatto di tanti di noi dei fenomeni da baraccone in libera uscita, autorizzandoci ad una rumorosa ignoranza, senza dare alcuna felicità in cambio. Aggiungo, non per giustificarmi ma per meglio farmi capire, che la parte migliore di un omosessuale non si trova nella sua sessualità, ma nella sua umanità, e a quanto pare facciamo a gara con gli ignoranti che ci disprezzano, perchè non abbiamo argomenti di interesse condivisibile con chi cammina al nostro fianco e non gli interessa sapere con chi ci piace scopare.
Ciao e buona fortuna

Salim, se essere SPECIALE è un complimento lo apprezzo molto. ma anche le donne sono considerate “speciali”, anche le minoranze religiose, anche le persone di colore..e così via. la diversità è ricchezza, è una cosa bella e speciale certamente. ma se tu per “speciale” intendi una minoranza cui non garantire GLI STESSI DIRITTI allora è un’affermazione razzista. E poi che vuol dire comprendere e accettare? la comprensione e accettazione è reciproca di tutti gli umani. casomai è vero che pretendere gli stessi diritti lo si deve fare a prescindere dall’essere accettati o meno.
fossi tu il paranoico e schizofrenico a causa di una fede religiosa MALATA nella sua essenza, in quanto integralista? in quanto hai magari una vita sessuale CASTRATA a causa della stessa tua “fede”? che rapporto hai con le donne? dato che chi ce l’ha così tanto con i gay alla fine ha sempre problemi con le donne chissà com’è.. ci scommetto così, anche senza vederti, che la tua situazione è questa…
e comunque sia i “fenomeni da baraccone” sono molto diffusi anche tra gli etero, basti accendere canale 5 e guardare “uomini e donne” con la De Filippi.. ma a parte questo “fenomeni da baraccone”, scandalosi ed eretici erano considerati tali anche i geni omosessuali come Leonardo, Michelangelo e Donatello(quest’ultimo famoso per il David NUDO..)
in ogni caso ogni essere umano ha per sua natura una componente sia maschile che femminile, non esistono due generi distinti al cento per cento. e ciò vale per gli etero come per i gay. ognuno ha la sua natura distinta dagli altri e basta, con tutte le sfumature possibili.
e poi che vuol dire che la sofferenza dei gay ha creato arte e cultura??? allora forse il destino di un gay per te sarebbe quello di soffrire e sacrificarsi per il bene dell’umanità?? ma sei proprio matto.. certo la sofferenza ha spinto molti gay nella storia a scatenare la propria fantasia nell’arte e nella letteratura, però la creatività non c’entra solo con questo. la creatività è un fattore naturale di tutte le persone che per loro natura non hanno figli ed esprimono quindi una “fecondità” diversa da quella fisica, più spirituale e umanistica..e alcuni gay magari per quel lato femminile più spiccato rispetto agli etero certamente anche per questo. ma sono fattori tutti naturali, e non patologici dovuti da chissà quale sofferenza. ma tu sei un razzista e non capisci, e non c’è nulla da fare.

ho letto solo ora su “Illuminismo” e mi dispiace molto. comprendo che hai molta omofobia interiorizzata e mi dispiace davvero, senza ironia.

x Lorenzo: io non credo ci sia tutta questa omofobia nella comunità glbt romana. ogni volta che ci sono stato mi sono trovato molto bene e non ho trovato affatto quell’atmosfera di divisione tra “perdenti” e “vincenti” che descrivi..e se la si trova qua e là ti assicuro è molto ma molto più marcata nelle Marche, dove la vita di provincia costringe molto più spesso i gay alla solitudine, o in alternativa all’adeguamento agli stereotipi della bellezza a tutti i costi e della perfezione! non so quali ambienti o disco romane hai frequentato tu, ma io ho conosciuto molte persone mature e intelligenti(anche che non votano affatto Grillini) sia gay che etero.

infine scusate se vado OFF topic ti rispondo su Scalfarotto: io in teoria gli dò ragione nel merito, è giusto che una certa sinistra ideologica e vecchia venga sconfitta. PURTROPPO, dico PURTROPPO, nella pratica non c’è una sinistra laica e riformista che possa sostituirla. perché il PD non si sa proprio cosa sia..

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